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  • Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

SINNER E GOLEMAN O DELLA GENTILEZZA E DELLA DETERMINAZIONE: IL “FLUSSO”, L’INTELLIGENZA EMOTIVA, LO SPORT E L’APPRENDIMENTO.

Aggiornamento: 4 apr

Recentemente sono stato invitato a portare il mio pensiero all’interno di un dibattito televisivo il cui tema era la sostenibilità sociale e il mondo dell’educazione: la difesa del pianeta e delle persone in chiave di sensibilizzazione del capitale umano nelle aziende, nelle scuole e nelle università. Su stimolo del giornalista, la conferenza ha virato inevitabilmente sul tema della gentilezza e dell’empatia e, chiestomi di esprimere il mio pensiero, non ho potuto non citare due titoli per me importantissimi: “Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman e “ Biologia della Gentilezza” di Daniel Lumera e Immaculata De Vivo. 


Dell’argomento avevo scritto quasi tre anni fa in un mio precedente articolo, e oggi mi piacerebbe parlarne anche in relazione a temi sportivi e sociali di grande attualità. Ma procediamo per gradi! 


Domenica 31 Marzo, Miami: finale del torneo di Tennis ATP 1000, Jannik Sinner vince contro Grigor Dimitrov 6-3, 6-1; salutando il pubblico, un poco imbarazzato con il microfono in mano, esordisce augurando “Buona Pasqua a tutti!”. Un’espressione di buon augurio che nessuno si sarebbe aspettato dal tennista n. 2 al mondo e indice di grande sensibilità d’animo.



Sabato 16 Marzo, Indian Wells: semifinale del torneo ATP 1000 tra Sinner e Alcaraz: dopo solo tre game la partita viene interrotta dalla pioggia, I giocatori si siedono e entrano le raccattapalle con l’ombrello. Sinner tende la mano, prende l’ombrello e fa sedere al suo fianco la ragazza, conversando garbatamente e scambiando qualche frase di circostanza: un gesto di estrema gentilezza che immediatamente fa il giro della rete. L’account Instagram dell’ATP parla di “colpo di classe”, “Jannik The Gentleman” e “la cavalleria non è morta”!  



Mercoledì 4 Ottobre 2023, Pechino: Finale China Open ATP 500 tra Sinner e Medvedev con cui ha perso 6 precedenti su 6:  due palle break. La prima scappa via per bravura dell’avversario, la seconda si trasforma in una formalità: un facile smash a rete, comodo, invitante, servito su un piatto d’argento. Out. Game perso, tutto da rifare. Dopo aver sbagliato il più facile dei colpi, l’altoatesino se la ride per un attimo, guarda il suo angolo quasi divertito, asciugandosi il sudore. L’azzurro non abbassa lo sguardo, si rimette a fondo campo e riprende a macinare punti.



Questi tre esempi mutuati dal tennis, riguardano uno dei nostri più grandi e celebrati sportivi e atleti del momento che, a mio modestissimo parere, incarna in maniera sublime l’unione tra due aspetti caratteriali fondamentali di un essere umano: risolutezza e talento da un lato, gentilezza e intelligenza emotiva dall’altro.  


Leggendo la definizione dei grandi linguisti Tullio De Mauro e Giacomo Devoto (gentilézza s. f. [der. di gentile 1]. – 1. ant. Nobiltà, sia ereditaria sia - secondo l’interpretazione degli stilnovisti, acquisita con l’esercizio della virtù e con l’elevatezza dei sentimenti), appare evidente come il principio di gentilezza sia collegato al concetto di nobiltà d’animo e di cortesia, che si esprimono appieno all’interno di un gruppo di persone legate da appartenenza e socialità. Quindi, innanzitutto, gentilezza come requisito indispensabile di socialità. 


E invece, cosa intendiamo per intelligenza emotiva? 

L’Intelligenza emotiva è la capacità di distinguere, identificare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie e altrui emozioni, riuscendo ad utilizzarle in modo funzionale come guida per il pensiero ed il comportamento.


In pillole:

  • Auto-controllo: cioè la capacità di regolare e gestire le proprie emozioni, imparando quindi ad adattarsi in modo flessibile ai cambiamenti, riuscendo a gestire eventuali conflitti ed attenuare le tensioni.

  • Empatia: cioè l’abilità di essere in grado di “mettersi nei panni degli altri” per riuscire a “leggere” le altrui emozioni.

  • Auto-motivazione: cioè l’abilità di motivarsi per raggiungere i propri obiettivi, inseguendo le proprie passioni e di motivare, influenzare ed ispirare le altre persone.

  • Auto-consapevolezza: cioè la capacità di identificare le proprie reazioni emotive e l’effetto che tali emozioni possono avere sui propri comportamenti.

  • Abilità relazionali: cioè imparare ad interagire in modo rispettoso ed attento con gli altri, imparare a conoscere ed interpretare la comunicazione non verbale e sviluppare la capacità dell’ascolto attivo.


In ogni Sport riconoscere le emozioni provate da se stessi e dagli altri e saperle utilizzare per affrontare un allenamento, una gara o l’incontro con un avversario, è enormemente importante e secondo diversi studi, sarebbero proprio gli atleti dotati di maggiori livelli di intelligenza emotiva, coloro che avrebbero più successo nella pratica sportiva. 


La sublimazione dell’intelligenza emotiva viene chiamata in psicologia “Il Flusso”:

“Ti trovi in un tale stato di estasi che ti senti quasi come se non esistessi. L’ho sperimentato diverse volte di persona. La mia mano sembra non avere legami con me, e io non ho nulla a che fare con ciò che sta accadendo. Me ne sto semplicemente seduto lì a guardare, in uno stato di timore reverenziale e meraviglia. E tutto questo poi scorre via dileguandosi”.



Questa descrizione di un compositore di musica è riportata da Daniel Goleman nel suo libro “Intelligenza emotiva” ed è simile in tutto e per tutto alla descrizione che campioni di scacchi, scalatori, chirurghi, danno quando parlano di un momento nel quale hanno superato sé stessi in un’attività che amano. Lo stato che essi descrivono è stato definito flusso da M. Csikszentmihalyi, psicologo della Chicago University. Gli sportivi conoscono questo stato di grazia come “The Zone” in cui il compito non richiede sforzo, e la folla e gli avversari spariscono.


Sempre Goleman scrive: «Riuscire a entrare nel flusso è la massima espressione dell’intelligenza emotiva; il flusso rappresenta forse il massimo livello di imbrigliamento e sfruttamento delle emozioni al servizio della prestazione e dell’apprendimento. Nel flusso le emozioni non sono solamente contenute e incanalate, ma positive, energizzate e in armonia con il compito cui ci si sta dedicando […] la caratteristica del flusso è una sensazione di gioia spontanea, perfino di rapimento. Poiché il flusso ci fa sentire così bene, esso è di per se stesso gratificante.


Si tratta di uno stato in cui la consapevolezza si fonde con le azioni e nel quale gli individui sono assorbiti in ciò che stanno facendo e prestano attenzione esclusivamente al loro compito. […] Il flusso è uno stato in cui l’individuo si disinteressa di sé, l’opposto del rimuginare e del preoccuparsi […] gli individui sono talmente assorbiti da quanto stanno facendo che perdono completamente la consapevolezza di se stessi e si spogliano delle piccole preoccupazioni della vita quotidiana – salute, conti e persino l’ansia di far bene. In questo senso, i momenti di flusso sono privi di ego.


Paradossalmente, l’individuo in stato di flusso mostra un controllo magistrale su ciò che sta facendo e le sue risposte sono perfettamente sincronizzate con le mutevoli esigenze della circostanza. […] Osservare qualcuno che si trova nello stato di flusso dà l’impressione che i compiti difficili siano facili: la prestazione ad altissimo livello sembra naturale e comune. Probabilmente erano in uno stato di flusso Renzo Piano e Richard Rogers quando progettarono il Beaubourg, Maradona ai mondiali del Messico, Mark Twight nelle sue scalate più riuscite: 


Come il flusso è un prerequisito per raggiungere l’eccellenza in un mestiere, in una professione o in un’arte, lo stesso vale per l’apprendimento. Howard Gardner, psicologo di Harvard, sempre nel libro di Goleman, dice: «Dovremmo usare gli stati mentali positivi dei bambini per attrarli verso l’apprendimento negli ambiti in cui possono sviluppare delle competenze […] Il flusso è uno stato interiore che indica che il bambino è impegnato in modo corretto. Essi devono trovare qualcosa che gli piaccia, e farla». 


Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™            

Founder & CEO


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