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  • Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

“L'ETA’ TRADITA. OLTRE I LUOGHI COMUNI SUGLI ADOLESCENTI”. UN LIBRO DI MATTEO LANCINI

“Noi adulti non siamo stati in grado di assumerci le responsabilità necessarie a garantire a voi giovani un presente stabile e un futuro non troppo fosco. Una grande crisi di valori ci ha portato a privilegiare il profitto, l’individualismo, l’audience”. Questa la premessa da cui parte “L’età tradita. Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti”, il libro di Matteo Lancini, psicologo, psicoterapeuta e docente presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Milano.



Perché oggi parliamo di questo libro e di questo autore? Perché Lancini cerca di controbattere ad alcuni luoghi comuni sugli adolescenti, diffusi tra gli adulti e fondati su stereotipi appartenenti a generazioni precedenti per capire di cosa le ragazze e i ragazzi nati nel nuovo millennio abbiano effettivamente bisogno.


Nel volume si delineano inoltre le caratteristiche dei nuovi adolescenti: narcisisti, schivi e rinchiusi in se stessi, spiriti fragili e spavaldi, apatici e indisciplinati, ragazzi iperconnessi eppure soli, di fronte ai quali gli adulti si trovano spesso impreparati e nascondono le proprie carenze dietro inutili gesti autoritari oppure inveiscono contro il potere di tecnologie mobili ed ecosistemi digitali, di cui sono loro stessi assidui frequentatori.


Gli adolescenti di oggi, usciti da un’infanzia ovattata e ricca di privilegi, non utilizzano più il conflitto e la trasgressione per affermare se stessi. Sono al contrario ostaggio di ideali disillusi e aspettative smisurate e scontano la mancanza di figure autorevoli capaci di guidarli nel loro percorso evolutivo. Il cyberbullismo, il ritiro sociale (o hikkikomori), l’autolesionismo, la bulimia e l’anoressia sono solo alcuni dei modi in cui si manifesta una sofferenza nascosta e trascurata.


Un primo esempio di stereotipo è accaduto nel weekend tra il 7 e l’8 marzo 2020, nei primissimi giorni della pandemia, quando in un grande parco milanese, persone di ogni età cercavano di godersi un anticipo di primavera: molti genitori e nonni con tantissimi bambini. Perché quindi, vista l’eterogeneità sociale, solo i giovani furono accusati di aver trascorso quel weekend a divertirsi, senza pensare al rischio legato al virus?. La maggior parte dei media li descriveva “trasgressivi e individualisti, gli adolescenti si aggiravano spensierati e felici tra bar e locali di perdizione nel chiaro tentativo di portare il virus a casa e far ammalare il numero più alto possibile di genitori e nonni”.


Altro esempio: durante i lunghi mesi di lockdown, nel corso delle lezioni da remoto, molti insegnanti hanno iniziato a considerare assenti, e di conseguenza non ammettere all’esame di maturità o bocciare, gli studenti costretti a usufruire di un’esperienza scolastica nuova e insolita. Ma molti di loro non avevano la possibilità di connettersi a Internet e altri per vergogna e senso di inadeguatezza, non si sono più collegati. Si è così assistito alla fuoriuscita di tantissimi adolescenti dal percorso formativo scolastico, anche se i giovani avevano accumulato tantissimi crediti da riscuotere, e non debiti da recuperare.

Secondo Lancini, quando si tratta con le giovani generazioni si verifica sempre una situazione paradossale: i bambini vengono “adultizzati” e gli adolescentiinfantilizzati”. Il bambino oggi vive una “anticipazione delle esperienze” e viene letteralmente immerso in un percorso di crescita che incentiva solamente la realizzazione di sé e i tratti della personalità più narcisistici. Dice Lancini: "Li cresciamo favorendone l’espressione di sé e delle loro inclinazioni, organizzando la loro vita in modo che abbiano moltissimi amici, stimolandoli con infinite attività che riempiono ogni loro momento libero. E così è naturale che crescano narcisisti e bisognosi di un successo sociale avviatosi ai tempi del primo invito a un pigiama party, di solito già alla scuola dell’infanzia. Solo che, all’improvviso, l’adolescenza cambia queste dinamiche e avere un figlio, improvvisamente, diventa meno godibile".


Successivamente, l’adolescente viene infantilizzato. Si chiede ai bambini di crescere secondo le regole e i dettami adulti e poi guardiamo con sospetto gli adolescenti che hanno aderito alle proposte provenienti da genitori, scuola e mass media. Ecco allora che, improvvisamente, proprio quando l’adolescenza richiederebbe sostegno in direzione della realizzazione di sé, prevalgono proposte educative infantilizzanti. Regole, limiti, paletti e “no-che-aiutano-a -crescere”, bocciature e rispetto degli altri.


Prosegue l’autore: "Non si può avere tutto dalla vita: figli vicini e affettuosi durante l’infanzia, ma anche normati in adolescenza; sommersi di amicizie e sempre connessi con la mamma da bambini, ma solitari e silenziosi nei pomeriggi di studio dell’adolescenza; autonomi e creativi durante i primi anni di vita, omologati ai valori degli adulti da ragazzi...".

"Invece di adattare l’approccio educativo che avevano avuto nei 13 anni precedenti, i genitori ricorrono a strumenti infantilizzanti. Insomma le straordinarie esperienze affettive, relazionali, di vicinanza e di comprensione reciproca ricercate e proposte nell’infanzia, poi diventano richiesta di sottomissione alla norma e all’autorità adulta, alle quali genuflettersi, perché è così che deve essere ed è giusto che sia".


Un altro esempio è l’utilizzo notturno che molti giovani fanno di Internet. “È pericoloso - spiega l’autore - ridurre la sofferenza narcisistica sperimentata in modo diffuso dalle nuove generazioni all’eccessivo utilizzo di smartphone e veglie notturne. Le difficoltà di addormentamento possono dipendere da molteplici fattori affettivi e psicologici - tra cui la paura della perdita del controllo, ansie separative, timori per i pensieri notturni dominanti - e il ricorso a Internet è spesso la modalità odierna per difendersi da queste esperienze dolorose o angoscianti”.

Per non parlare del cliché sull’adolescenza che riguarda l’onnipotenza. Si tende a inquadrare la ribellione e la trasgressione come tratti distintivi della fase evolutiva adolescenziale, ma occorre ricordare che oggi la spinta trasgressiva è stata sostituita dalla delusione. Prevalgono vergogna, senso d’inadeguatezza e delusione per ciò che si è diventati, rispetto alle aspettative proprie, genitoriali e di una società sempre più performante. “L’esperienza clinica dimostra che l’adolescenza è l’età in cui termina l’onnipotenza e si è costretti a fare i conti con i propri limiti. Si capisce che si è destinati a morire, che il proprio corpo ha il destino segnato. L’adolescente scopre di essere mortale, altro che onnipotente. Mentre l’infanzia è prevalentemente abitata dalla paura della morte dei propri genitori, l’adolescenza costringe a fare i conti con l’elaborazione della paura legata alla propria morte”.


Conclude Lancini: “Da genitori occorre essere pronti a sentire quello che i nostri figli intendono davvero comunicarci o vorrebbero provare a dire, permettendo sempre loro di esprimere fatiche e sofferenze”. L’inciampo e il fallimento sono parte costituente della vita. “Da educatori, dovremmo capire che le scuole dovrebbero diventare il luogo elettivo di un ristoro post-pandemico anche digitale, baluardo dell’uguaglianza, consentendo anche a chi non ne ha la possibilità di usufruire di Internet e di un ambiente dove poter studiare e apprendere in senso ampio. Le istituzioni politiche, infine, dovrebbero rivolgersi ai giovani puntando sulla loro adultizzazione e responsabilizzazione, attribuendo loro ruoli e mansioni reali, e non di facciata”. La soluzione definitiva, dunque, resta responsabilizzare i giovani, invece che accusarli di essere diventati irresponsabili. Matteo Lancini spiega con semplicità come e perché gli adolescenti di oggi sono così diversi da quelli di ieri, confutando miti affettivi e stereotipi infantilizzanti, e invita ad aprirsi all’ascolto per capire cosa serve davvero ai nostri ragazzi.


Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™

Founder & CEO


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