L’apprendimento tra le pieghe del reale: un viaggio tra sport, profumi e filosofia
- Stefano Anzuinelli
- 12 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Quando Robert K. Merton, uno dei padri della sociologia funzionalista, elaborò la sua celebre distinzione tra funzioni manifeste e funzioni latenti delle istituzioni sociali, probabilmente non immaginava quanto le sue teorie potessero illuminare anche una riflessione sull’educazione contemporanea. Le prime, dichiarate e visibili, sono quelle che le istituzioni programmano; le seconde, più sottili ma forse ancor più determinanti, sono quelle trasformazioni che avvengono al di là delle intenzioni esplicite.
È con questa lente che andrebbe osservato ogni viaggio d’istruzione ben pensato: non come semplice svago organizzato, ma come occasione per innescare dinamiche latenti di crescita personale, culturale e sociale. La nostra recente esperienza con un gruppo di studenti del Newton in Costa Azzurra, tappa ormai fissa di ogni primavera, ne è un esempio emblematico.

Il tennis come grammatica della disciplina
Prima tappa è stata Montecarlo, nel contesto affascinante del Rolex Monte-Carlo Masters. Ormai sapete bene che il tennis è una mia passione e che lo sport è per me elemento educativo tra i più potenti: quando la calma dei gesti si fonde con la tensione della competizione, l’attività sportiva diventa uno specchio delle dinamiche formative più profonde. Il tennis, con le sue regole non scritte, i suoi silenzi densi, i suoi momenti di fragilità e controllo, rappresenta plasticamente ciò che a scuola spesso insegniamo solo in teoria: il rispetto del compagno, avversario solo per un tempo limitato, la gestione della pressione, la solitudine della scelta.
Per molti studenti, vedere da vicino uno sport di quel livello ha significato comprendere che l’eccellenza non è improvvisazione, ma rigore quotidiano. In questo, la lezione è chiara: non basta essere talentuosi, bisogna imparare a sostenere il talento con metodo e lucidità. La stessa logica che dovrebbe guidare ogni percorso formativo.

Grasse e l’educazione dei sensi
Grasse, capitale mondiale del profumo, ha offerto uno spunto inatteso, ma prezioso: educare significa anche affinare i sensi. In un mondo sempre più dominato dalla velocità e dall’immagine, riscoprire il valore del tempo lento e dell’ascolto olfattivo è un atto pedagogico.
Il profumo – come diceva Proust – ha il potere di riportarci dove non credevamo più di poter tornare. È un esercizio di memoria, ma anche di identità. Per i ragazzi, visitare le storiche maison profumiere di Grasse è stato confrontarsi con una cultura della cura, della precisione, dell'artigianalità. Un invito, forse inconsapevole ma efficace, a sviluppare attenzione e profondità anche nelle piccole cose.

Nietzsche e l’educazione al pensiero critico
Infine, il cammino di Nietzsche. Un sentiero scosceso che collega Èze-Bord-de-Mer a Èze-Village, percorso dallo stesso filosofo durante i suoi soggiorni in Costa Azzurra, e che ispirò alcune pagine di Così parlò Zarathustra. Camminare in silenzio, confrontarsi con la fatica fisica e con la potenza del paesaggio, ha offerto ai ragazzi uno spazio per pensare – o, meglio, per imparare a pensare.
In un tempo in cui la scuola rischia di diventare luogo di prestazione più che di riflessione, riscoprire la lentezza del passo e la profondità del dubbio è rivoluzionario. Nietzsche non offre risposte, pone domande: e forse non c’è compito più urgente per l’educazione contemporanea.

Educare non è solo trasmettere
Alla luce della teoria di Merton, questo viaggio ha avuto una funzione manifesta evidente: approfondire conoscenze legate allo sport, alla cultura e alla filosofia. Ma sono le funzioni latenti ad aver inciso più in profondità: la capacità di stare insieme, di ascoltare, di osservare, di porsi domande.
È stato un atto educativo itinerante. Un laboratorio fuori sede dove il mondo, con le sue contraddizioni e bellezze, ha svolto il ruolo di docente. E dove gli studenti hanno imparato – forse senza accorgersene – che l’educazione è, prima di tutto, un esercizio di sguardo.
Dr. Stefano Anzuinelli
Licei Paritari Isaac Newton™
Founder & CEO
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