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Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

DA KEROUAC A BLANCO LA MUSICA E’ PER I GIOVANI

Aggiornamento: 15 feb 2022

UN RAPPORTO SEMPRE NUOVO DAL SECONDO DOPOGUERRA AI GIORNI NOSTRI


Il 12 marzo 1922, esattamente 100 anni fa, nasce a Lowell - Massachusetts Jack Kerouac, uno dei fondatori della Beat Generation, il movimento culturale e letterario nato alla Columbia University di New York alla fine della seconda guerra mondiale che esprime il connubio tra educazione e letteratura, capace di creare una vera rivoluzione culturale che si oppone alla vecchia tradizione idealistica e letteraria e vuole offrire al mondo un nuovo modo di pensare, una nuova “visione” fatta di valori spirituali e di interesse per le religioni occidentali e orientali, per il viaggio verso il nulla (poiché l’importante non è arrivare ma partire e muoversi nella speranza). Nasce quindi il desiderio nuovo di libertà di espressione, di dinamismo vitale, di spiritualità prorompente, di feroce contestazione alla società e ai suoi modi di imprigionare gli uomini, una ricerca intima dell’assoluto attraverso tutti i mezzi, anche quelli più estremi come l’alcol, la droga o il sesso libero.



Il legame di questi “giovani” nati negli anni ‘20 del ‘900 e la musica jazz, in particolare il Bepop di Charlie Parker e Dizzy Gillespie è strettissimo e influenza successivamente tutta la musica degli anni ‘60 e ‘70 e oltre, da Bob Dylan e i Doors fino e Tupac e Eminem e, se vogliamo, fino ai nostri giorni.

Fernanda Pivano, che porta la Beat Generation in Italia grazie a Cesare Pavese che gliela fa adorare, nella postfazione a “On the Road” di Kerouac, descrive la disperazione e al contempo la dissolutezza e l’immoralità dei giovani degli anni ‘50 e ‘60 ma al contempo li esorta: “...tocca a voi mostrare la strada dell’integrità e dell’onestà, sperando che gli adulti la seguano. Sono i giovani che devono riportare la realtà all’innocenza originaria”.

Settanta anni dopo, non ci stupisce dunque che la musica contemporanea sia un fenomeno artistico e commerciale costituito e rivolto per la maggior parte ai giovani che consumano i contenuti principalmente attraverso le piattaforme musicali in streaming (il flusso di dati audio e video trasmessi in diretta). Il 62,1% dei ricavi totali (13,4 miliardi di dollari) dell’industria musicale globale è appannaggio dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni (67%) e tra i 25 e i 34 (23%),

La scorsa settimana quindi, come lo scorso anno, ho atteso con impazienza i dati di ascolto dell’appuntamento musicale dell’anno, il festival di Sanremo, per comprendere se la tendenza già emersa nelle ultime due edizioni e indicata dal direttore creativo Amadeus proseguisse nella direzione segnata. Mi è bastato leggere i titoli di alcuni articoli:

  • ANSA 2 febbraio: Sanremo parte con il botto, boom sulla Generazione Z

  • LA STAMPA 5 febbraio: Blanco, Sangiovanni, Aka7even la Generazione Z alla riscossa. Al Festival è record di ascolti tra i giovanissimi, oltre il 70% di share

  • ANSA 5 febbraio: Sanremo va, i brani fanno il pieno in streaming. Al top su Spotify, il festival intercetta la Generazione Z



Non è difficile quindi comprendere che il festival sta rinverdendo il pubblico della Rai e punta alla Generazione Z per una semplice logica di mercato poiché i GenZ ascoltano musica via streaming per il 95% e il 46% di loro lo fa da uno smartphone. Già mercoledì 2 febbraio, al secondo giorno di gara, la playlist Sanremo 2022 è stata la seconda più ascoltata al mondo dopo Today's Top Hits. Insieme alla coppia più cool formata da Mahmood e Blanco anche Elisa e Sangiovanni. Il totale degli stream della top ten delle prime due serate ha superato i 18 milioni, quando nel 2021 si era fermato poco sopra gli 8 (erano 3,7 milioni nel 2020). Sanremo si rivolge quindi quasi esclusivamente alla Generazione Z e fa record di ascolti con oltre il 70% di share, sul pubblico dei giovanissimi. Una strategia, quella della RAI, vincente che deve fronteggiare il successo ventennale di “Amici” di Maria De Filippi in onda su Canale 5 e vera fucina di talenti.


La GenZ è la prima generazione “mobile-first” della storia, nata e cresciuta con lo standard digitale, senza partire dal mondo analogico e ciò influisce sul suo modo di comunicare e di vivere la vita. Se ogni generazione dagli anni ‘50, come abbiamo visto, ha le sue preferenze e gli anni ‘60 erano gli anni del rock, ciò non si può dire per questa generazione, che rifiuta ogni genere di categorizzazione.

Gli Zoomer inoltre si ritengono autodidatti per eccellenza e fanno ricorso ai social media e internet attraverso i tutorial. Sono indipendenti e si fidano particolarmente del gruppo dei pari e, come già detto hanno la maggior mentalità imprenditoriale di sempre (65%).

Ecco quindi perché la GenZ è anche definita Gen Create, cioè la generazione più creativa di sempre e la musica diventa per loro pura connessione emotiva.


Alla luce di tutto ciò, non ci siamo affatto stupiti quindi che Mahmood e Blanco abbiano vinto con il loro brano "Brividi" che è una canzone d'amore cantata in duetto da due uomini che sognano di volare su una bici di diamanti con il loro stile leggero fatto di mantelli e abiti impalpabili e trasparenti perché Blanco ama stare nudo perché ama la libertà di correre tra i campi e i boschi di Calvagese!


Concludo riportando qui uno stralcio di un articolo di Elena Stancanelli scritto su La Stampa e che attualizza mirabilmente il messaggio ai giovani degli anni ‘60 di Fernanda Pivano:


“A cantare è un fanciullo. Un giovane favoloso che di anni ne ha davvero diciotto, Blanco da Calvagese, in provincia di Brescia. Insieme a un uomo altrettanto favoloso, Mahmood, trent’anni. Uno che ha talmente tanto talento e intelligenza da aver capito che quello che gli serviva, per rendere il suo pezzo indimenticabile, era un ragazzo con gli occhi ancora pieni di stelle. Aveva ragione. Ci ha incantato. Sì, certo, c'è la musica. Ma la differenza la fa la giovinezza, questa cosa che avevamo dimenticato esistesse. [...] Noi boomers e dintorni ci chiediamo ossessivamente, come sopravviveranno questi ragazzi e ragazze all’età dei social. Ci preoccupiamo, nella nostra insipienza digitale, del destino di questi esseri umani cresciuti senza segreti, abituati a condividere qualsiasi cosa. [...] Guardatelo Blanco che si affaccia al balcone e spiega ai suoi coetanei che lo acclamano che devono indossare la mascherina. Non c’è niente che non possa fare senza mai togliersi quelle stelle dagli occhi perché sa fare una cosa che noi abbiamo fatto malissimo: essere giovane. Sa navigare, e ha la spavalderia di chi non si tira mai indietro. Capace di attraversare tutto e non rifiutare niente. È il campione di una generazione che si è chiusa in casa per salvarci, si è vaccinata in massa per tornare a vivere e non è caduta nella trappola delle fregnacce no vax. Non so voi, ma io non vedo l’ora che, dopo il festival di Sanremo, si prendano tutto. Diamogli le chiavi, chiediamogli scusa e facciamo un passo indietro.”

Standing ovation!


Ps: un grazie particolare a Massimiliano, mio carissimo ultimo figlio, a cui devo il credito e il primato di avermi fatto scoprire Blanco quasi due anni fa! Ma non è un mistero, lui è uno Zoomer, una sentinella dell’aurora! ❤️

Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™

Founder & CEO

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