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Adolescenti 2.0: tra divano e social, la scuola come ancora di salvezza

Immagine del redattore: Stefano AnzuinelliStefano Anzuinelli

Ho recentemente letto un articolo del Guardian, firmato da Gaby Hinsliff e pubblicato lo scorso anno, che esplora i cambiamenti nelle abitudini sociali degli adolescenti, focalizzandosi sulla crescente tendenza a preferire le interazioni online alle uscite e alle attività sociali tradizionali. L'articolo dipinge un quadro complesso, analizzando il fenomeno attraverso le voci di genitori, esperti e gli stessi giovani, offrendo una prospettiva sfaccettata.



Hinsliff parte dall'osservazione di una "fase eremitica" che molti genitori notano nei loro figli adolescenti: un ritiro nelle proprie stanze, dediti a gaming e socializzazione online, con scarso interesse per il mondo esterno. Alcuni genitori esprimono preoccupazione, ritenendo che l'adolescenza dovrebbe essere un periodo di esplorazione e sperimentazione. Questo fenomeno, in effetti, non è isolato, come dimostrano statistiche di organizzazioni internazionali e sondaggi in diversi paesi, inclusa la Corea del Sud, dove il governo ha persino proposto incentivi economici per favorire la "reintegrazione" dei giovani "reclusi".


Diversi fattori contribuiscono a questa trasformazione. La comodità dei servizi online, dall'intrattenimento on-demand (Netflix, TikTok) alla consegna a domicilio (Deliveroo, Just Eat), rende l'ambiente domestico un forte concorrente del mondo esterno. La crisi del costo della vita, che pesa soprattutto sugli studenti, incide significativamente sui budget dedicati alla socializzazione, costringendo i giovani a dare priorità alle necessità. Gli studenti intervistati descrivono la difficoltà a permettersi anche le minime attività sociali, spesso celando le proprie difficoltà economiche. 


Il ruolo della tecnologia è centrale. Mentre alcuni esperti, come Jean Twenge della San Diego University, collegano i social media ad ansia e ritardo nel raggiungimento delle tappe adulte, l'articolo presenta anche contro-argomentazioni e ricerche che mettono in discussione questa correlazione diretta. Viene sottolineata l'ambiguità dell'impatto del tempo trascorso davanti allo schermo, con la necessità di ulteriori studi e una comprensione più approfondita delle interazioni dei giovani con la tecnologia. Il gaming, ad esempio, può essere visto come isolante, ma anche come un'attività sociale. L'articolo riporta anche che, sebbene alcuni studi suggeriscano un legame tra social media e problemi di salute mentale, altri non trovano correlazioni significative. Viene discussa anche la solitudine giovanile, suggerendo che possa derivare da una mancanza di sentirsi compresi, piuttosto che da una carenza di contatti sociali.



L'articolo esplora anche la trasformazione delle attività sociali. La tradizionale cultura "del divertimento", incentrata su alcol e discoteche, sembra perdere attrattiva. I giovani preferiscono incontri più intimi, ed è sempre più accettata la socializzazione senza alcol. Alcuni preferiscono risparmiare per eventi di maggiore impatto, come festival musicali. 

Le discoteche, un tempo simbolo di trasgressione e divertimento per generazioni di adolescenti, stanno vivendo una crisi profonda da ormai una decina d’anni. L'avvento della musica trap, i cambiamenti culturali e le nuove forme di socializzazione, come quelle offerte dagli smartphone, hanno contribuito a rendere le discoteche meno attraenti. Fattori come la maggiore preoccupazione dei genitori, la paura della pandemia e la crescente enfasi sulla sobrietà hanno ulteriormente inciso sulla loro popolarità. L'aumento di offerte di intrattenimento alternative e la crisi economica hanno infine reso le discoteche superflue e costose per molti giovani.


Viene analizzato l'impatto degli stili genitoriali, chiedendosi se l'eccessiva protezione ("helicopter parenting") possa aver ostacolato lo sviluppo di capacità sociali indipendenti. Esperti come Lenore Skenazy promuovono maggiore autonomia e responsabilità per i ragazzi, sottolineando l'importanza di queste esperienze per la competenza sociale.

Temi simili sono stati trattati anche dalla stampa italiana. Ad esempio, articoli su La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa hanno affrontato la questione del disagio giovanile, dell'isolamento sociale e dell'impatto della tecnologia. Sono state discusse le difficoltà economiche degli studenti, la "crisi dei NEET" (Not in Education, Employment, or Training) e le nuove forme di socializzazione online. Anche l'attenzione verso l'importanza di spazi aggregativi e di iniziative che promuovano il benessere psicologico e lo sviluppo delle competenze sociali nei giovani, come i centri giovanili o le attività sportive e culturali, è un tema ricorrente. 


L'ambiente scolastico, soprattutto durante l'adolescenza, gioca un ruolo cruciale nel contrastare l'isolamento e promuovere la socializzazione.

L'articolo di Hinsliff si concentra principalmente sulle dinamiche sociali esterne alla scuola, ma è fondamentale sottolineare come l'ambiente scolastico rappresenti un microcosmo sociale cruciale per gli adolescenti. La scuola non è solo un luogo di apprendimento accademico, ma anche uno spazio dove si costruiscono relazioni, si sviluppano competenze sociali e si impara a interagire con gli altri.


La scuola quindi come antidoto all'isolamento?

Come evidenziato nell'articolo, la tendenza all'isolamento e alla preferenza per le interazioni online può portare a una diminuzione delle competenze sociali e a un senso di solitudine. La scuola, con la sua struttura di classi, gruppi di lavoro, attività extracurriculari e spazi comuni, offre numerose opportunità di interazione faccia a faccia. Queste interazioni sono essenziali per sviluppare empatia, capacità di comunicazione, collaborazione e risoluzione dei conflitti.



Il ruolo degli insegnanti e degli educatori

Gli insegnanti e gli educatori svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere la socializzazione all'interno della scuola. Possono incoraggiare attività di gruppo, progetti collaborativi, dibattiti e iniziative che stimolino l'interazione tra gli studenti. Inoltre, possono fungere da modelli di comportamento sociale positivo e offrire supporto agli studenti che faticano a integrarsi.


L'importanza delle attività extracurriculari

Le attività extracurriculari, come sport, club, gruppi teatrali o musicali, offrono ulteriori opportunità di socializzazione al di fuori del contesto strettamente accademico. Queste attività permettono agli studenti di coltivare interessi comuni, sviluppare talenti e stringere amicizie con persone che condividono le loro passioni.


Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™            

Founder & CEO

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