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Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

VIRGIL ABLOH, LA SUA CREATIVITA' E IL SUO LASCITO ARTISTICO AI GIOVANI

Il panorama della moda, del design e dell’arte contemporanea deve gran parte della propria attuale configurazione alla inarrestabile e incessante creatività di Virgil Abloh.

Lo stilista americano, morto di angiosarcoma cardiaco, una rara forma di cancro, all'età di 41 anni il 28 novembre a Chicago, è stato spesso acclamato come il creatore del futuro della moda, ma non si può negare che il suo lavoro abbia plasmato profondamente il presente dell’arte, del design, dell’architettura e della controcultura street giovanile che rappresenta il modo in cui le nuove generazioni si stanno formando.

Abloh è stato il fondatore del marchio cult Off-White (che ha le sue radici a Milano grazie all’intuizione di tre visionari imprenditori italiani - Claudio Antonioli, Davide De Giglio e Marcelo Burlon e la loro New Guards Group) e la sua reputazione globale divenuta talmente convincente da essere nominato nel 2018 direttore artistico della divisione uomo di Louis Vuitton, lui afro-americano di famiglia ghanese di prima generazione. Virgil Abloh è stato una figura pionieristica e di incredibile caratura nel settore della moda, ma la sua influenza si è estesa ben oltre il mondo dell'abbigliamento. Le attività creative di Abloh hanno attraversato i media e hanno sfidato ogni facile definizione; inizia a cucire da ragazzino con la madre sarta, prefigurando il suo futuro nella moda; si laurea in ingegneria civile alla Wisconsin-Madison University, consegue un master in architettura all’Illinois Institute of Technology; è stato un dj di fama nel circuito party internazionale; è stato direttore creativo e stretto collaboratore di Kanye West con cui ha condiviso nel 2009 un periodo di tirocinio operativo a Roma in Fendi (uno dei brand di LVMH), contribuendo a creare alcune delle immagini più iconiche della musica degli ultimi due decenni; ha realizzato linee di mobili e tenuto mostre nei maggiori musei del mondo.


Abloh, che preferiva considerarsi un "maker" in contrapposizione alle semplici categorizzazioni di essere solo un designer o un DJ, era un vero artista eclettico. La sua ispirazione spaziava dall'hip hop all'arte classica; nel mondo di Abloh, nulla era esclusivo e tutto poteva essere collegato, che si trattasse di fondere le sfere dello streetwear e dell'alta moda in passerella o portare la cultura dello skate in una galleria installando rampe che fungevano da panchine per i visitatori. Rompendo le convenzioni di ciò di cui un artista era capace, ha aperto la strada a una nuova generazione di giovani creativi che rifiutano di essere limitati da una singola classificazione o titolo di lavoro.


Per Abloh era importante che il design facesse la differenza nella vita dei giovani. Questo principio è stato alla base del progetto sviluppato assieme al gigante svedese IKEA per dare la nascita a Markerad, la linea di arredamento da lui disegnata nel 2018, condividendo il credo dell’azienda svedese secondo cui il design dovrebbe essere accessibile a molti, indipendentemente dal reddito o dallo stato sociale.



Per comprendere quale fosse l’influenza e l’impatto di Virgil Abloh sulle giovani e giovanissime generazioni basta un riferimento al suo canale Instagram di qualche mese fa quando l’artista ha pubblicato un brevissimo video nelle sue storie. Abloh cammina per le strade di Parigi mentre filma un trio di bambini in bicicletta accanto a lui. Quello più vicino, che non poteva avere più di dieci anni, si rivolge raggiante al direttore creativo di Louis Vuitton chiamandolo per nome: “Virgil Abloh! Virgilio Abloh!” Lui ridacchia un po', come per dire: "Sono davvero io". Abloh aveva raggiunto un livello di fama e adorazione globale insolito, se non senza precedenti, nel vasto mondo della controcultura giovanile e non solo nella moda.


Un esempio della creatività di Abloh è stata la collaborazione con Nike denominata "The Ten" del 2017 che prevedeva la destrutturazione di dieci iconici modelli di sneakers come Air Max 90 e 97, Air Force 1 e Vapormax. Le dieci scarpe sono state sezionate nelle loro parti strutturali con un taglierino, scomposte individualmente e poi ricostruite con un design diverso, riorganizzandone i componenti e scrivendo su di esse con dei pennarelli le definizioni delle singole parti in un perfetto font helvetica tra virgolette, senza dimenticare di apporre tra i lacci la classica fascetta in plastica arancione come marchio distintivo, quasi una firma d’autore e il rettangolo di tessuto, anche questo arancione, impunturato sotto la caratteristica swoosh (il simbolo universalmente riconosciuto di Nike), quasi un dettaglio rubato al mondo del design industriale, ma decontestualizzato. La collezione è presto andata esaurita e le scarpe sono diventate molto ricercate nel mercato resell, raggiungendo quotazioni stellari.



Il suo ruolo di vertice all'interno di LVMH lo ha reso il dirigente nero più influente del gruppo del lusso più potente al mondo ed è stato un prolifico collaboratore di marchi iconici, da Nike a Evian, e un riconosciuto teorico della moda il cui approccio olistico, e talvolta controverso, al design ha ispirato confronti da Andy Warhol a Jeff Koons.



Abloh ha trasformato non solo ciò che i consumatori volevano indossare, unendo la cultura hypebeast e il mondo del lusso, ma ciò che i marchi volevano in un designer e il significato stesso di "moda". Per lui gli abiti non erano indumenti ma simboli fungibili di identità al confine tra arte, musica, politica e filosofia. Era un maestro nell'usare l'ironia, il riferimento e l'ammiccamento consapevole al mondo digitale per ricontestualizzare il familiare dandogli un'aura di valore culturale. "Tutto quello che faccio è per la versione 17enne di me stesso", ha detto sua moglie citandolo in un post su Instagram. “Credeva profondamente nel potere dell'arte di ispirare le generazioni future". "Virgil non era solo un designer geniale, un visionario, era anche un uomo con un'anima bellissima e una grande saggezza", ha detto in una nota Bernard Arnault, presidente di LVMH. Un maniaco del lavoro si definiva non un designer ma un "maker", in riconoscimento della sua mente creativa onnivora.





“La vita è così breve che non puoi sprecare un solo giorno ragionando su ciò che qualcuno pensa che tu possa fare rispetto a ciò che PUOI fare”.


Virgil Abloh 1980 - 2021









Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™

Founder & CEO


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