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Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

Tedua, il suo album nella “Selva Oscura”



Questa è una storia di disillusione e disincanto, come “la Rodopea, che delusa fu da Demofoonte figlio di Teseo”, nel nono canto del Paradiso di Dante!

Ma andiamo per gradi: giovedì 25 marzo alle 18:40, il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Alessandro Fermi, aveva organizzato in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante un incontro con il rapper Tedua sul tema “I giovani tra bisogni e sogni, tra democrazia e partecipazione” e la visione del clip “Vita vera Mixtape: Aspettando la Divina Commedia”.

Un’occasione ghiotta nella quale il cantante, rappresentante della controcultura metropolitana, avrebbe dovuto parlare dell’influenza aulica di Dante sulla sua opera, con l’intento di avvicinare i suoi giovani fan al Poeta. Diciamo subito, ahinoi, che l’incontro non si è potuto tenere per questioni tecniche e che dopo esserci ritrovati in molti ad attendere senza successo lo streaming dell’evento, alla fine è stato cancellato. Peccato!

Tedua, il rapper anticonformista e controtempo

Ma cerchiamo di comprendere allora cosa accomuna Tedua a Dante Alighieri? E soprattutto, questo accostamento è da considerarsi sacrilego per i puristi della lingua e della letteratura italiana?

Tedua, nome d’arte di Mario Molinari, è un rapper italiano nato a Genova nel 1994, ha un’infanzia complessa e dopo aver vissuto in case famiglia si trasferisce a Milano fino all’adolescenza. Si trasferisce nuovamente in Liguria, a Cogoleto, e diviene uno dei componenti del collettivo “Wild Bandana”. Nel 2015 torna successivamente a Milano, ed esce il suo primo mixtape, “Aspettando Orange County” che segna una svolta decisiva nella sua carriera.

Il nome di Tedua viene spesso accostato a un sottogenere dell’hip hop e della trap music, la drill, nata a Chicago nel 2010, che possiamo tradurre con il rumore acuto e martellante di un trapano: quasi una metafora dadaista della natura estrema, anticonformista e radicale di questo genere. Giova ricordare che uno degli artisti più conosciuti di questa corrente musicale negli USA è stato Pop Smoke, purtroppo deceduto lo scorso anno prematuramente per effetto di una rapina terminata in tragedia nella sua casa di Los Angeles, il cui brano “Dior” è diventata la colonna sonora del movimento Black Lives Matter, a seguito dell’uccisione di George Floyd.

In più occasioni Tedua ha rilasciato interviste citando Dargen D’Amico quale suo modello d’ispirazione e mentore, in particolare per l’utilizzo di uno stile di scrittura dei suoi testi molto simile a uno “stream of consciousness” ispirato dalle opere di James Joyce e Virginia Woolf e debitore di una corrente psicoanalitica quasi bergsoniana che diviene un flusso di ricordi, pensieri e esperienze autobiografiche. Una delle caratteristiche stilistiche più significative della drill consiste nel rappare a schema libero, anticipando il beat creando un effetto controtempo e Tedua è stato il primo a rivisitare questo stile in Italia già nel 2016, rendendolo credibile sia musicalmente che dal punto di vista dei testi.

Nonostante i pareri dissonanti, Tedua viene considerato uno dei migliori parolieri della scena rap italiana, fortemente evocativo e capace di utilizzare la metrica mirabilmente, utilizzando con maestria anafore e sineresi, sinalefe e dialefe addomesticandole al suo backbeat.

Vita vera, un album nel mezzo della selva oscura

Procediamo allora per gradi. “Vita vera” è il titolo del terzo mixtape di 12 tracce inedite e anche del successivo album di 22 tracce e ciò che incuriosisce è la presenza di vari indizi riconducibili a un prossimo progetto ben definito a partire dal titolo, “La Divina Commedia”, ormai quasi certo.

La copertina di “Vita Vera” è un primo e chiaro riferimento dantesco: Tedua è ritratto di spalle nella “selva oscura”, tiene in mano un foglio dove scrive i suoi testi, ed è vestito in rosso, esattamente come Dante nell’iconografia tradizionale di Doré.

In tutti i featuring Tedua viene rappresentato su una spiaggia, faccia a faccia con un animale circondato da un cerchio di fuoco: la lonza, che nella selva oscura ostacola la salita di Dante verso il monte della salvezza. Su Instagram poi, Tedua è ritratto davanti al Ponte Morandi spezzato in due e alle spalle compare un’altra delle tre fiere, questa volta la lupa.

Nei testi inoltre vengono ripetute citazioni della Commedia:

“Mi ritrovai in una selva oscura, scura e non sapevo più nulla, nulla.” (Mare Mosso)

“Dan-Tedua l’inferno più cerchi dell’hula-hoop.” (Party HH), featuring con Lazza.

“Sanno tutto su di noi e che siamo peccatori.” (Motivo)

“In quarantena come per la selva.” (Lo-fi Wuhan)

“Vita vera, aspettando la Divina Commedia. Spero tu non patisca l’attesa.” (Lo-fi Wuhan)

Cosa ci riserverà quindi Tedua? Ci potrà venire in aiuto Beatrice al riguardo, come nel canto IV del Paradiso, quando Dante è preda dei dubbi dogmatici sulla sede dei beati e sui voti inadempiuti?

Beatrice gli rivolge uno sguardo talmente pieno di amore che la vista del Sommo è abbagliata e viene costretto ad abbassare gli occhi, smarrito! Rimaniamo quindi anche noi in pensosa attesa del prossimo progetto musicale del nostro!

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