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  • Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

MARIA MONTESSORI E L’EFFETTO PIGMALIONE



Chiunque si occupi di scuola ed educazione ha nella propria biblioteca testi fondamentali di filosofi e pedagogisti quali Socrate, Platone e Aristotele fino a Piaget, Vygotskij, Bruner, James, e Dewey, passando attraverso Cicerone, Seneca, Quintiliano, Agostino e anche Epicuro. Tra questi pensatori, mi è particolarmente cara la figura di Maria Montessori innanzitutto perché italiana e secondariamente perché alla sua visione e progetto pedagogico si ispirano e prendono nome migliaia di scuole, presenti oggi in ogni continente.


Maria Montessori fu la terza donna italiana a laurearsi in medicina nel 1896 e in seguito in filosofia. Fu quindi filosofa, pedagogista, scienziata e neuropsichiatra infantile oltre che un'accesa sostenitrice a livello internazionale dell’emancipazione femminile. Assieme alle sorelle Agazzi, che fondarono l’omonima scuola materna di Mompiano a Brescia, con Maria Montessori inizierà il periodo del cosiddetto “attivismo italiano”, una corrente pedagogica nata all'inizio del XX sec. basata sul principio che al centro dell'apprendimento ci sia l'esperienza e che lo studente non sia più spettatore ma attore del processo formativo.


Sulla scorta di questa metodologia, per quel periodo rivoluzionaria (e forse in alcuni casi ancora non applicata oggi), l’approccio pedagogico sviluppato in Italia è divenuto popolarissimo nel mondo anche grazie al successo del “Reggio Emilia Approach” di Loris Malaguzzi, sviluppatosi appunto nella città emiliana dopo la seconda guerra mondiale grazie agli studi e alle intuizioni di questo eccezionale pedagogista e studioso. Questo metodo, basato sul bambino come portatore di diritti e di bisogni, sulle sue potenzialità, sulla sua capacità di costruzione della conoscenza, è oggi alla base di un più felice ed efficace rapporto empatico tra docente e discente.


Si deve alle straordinarie intuizioni di questi studiosi se oggi si può finalmente parlare di un rinato e rinnovato modello educativo che ha radicalmente cambiato il mondo della scuola degli ultimi anni anche in funzione dell’eccezionale periodo storico, contraddistinto ormai da venti mesi di pandemia.


E’ in questo contesto pertanto che vorrei oggi parlare di un mito greco del terzo secolo avanti Cristo: Pigmalione, re di Cipro. Si narra infatti che Pigmalione si fosse talmente innamorato della statua di Afrodite da crederla reale, immaginando di poterla sposare.

Ovidio nelle Metamorfosi parla invece di Pigmalione non è più come re ma come scultore, che si innamorò di una sua statua, raffigurante una figura di donna, fino al punto di implorare Afrodite affinché la trasformasse in un essere umano, per poi poterla sposare.


Ma che relazione esiste tra un mito greco, Maria Montessori e la scuola contemporanea? La risposta la si trova in una ricerca psicosociale effettuata negli anni sessanta da uno studioso americano, Robert Rosenthal, nato in Germania, oggi quasi novantenne, professore di psicologia alla University of California.


Rosenthal sottopose un gruppo di alunni di una scuola elementare californiana a un test di intelligenza. Successivamente selezionò, in modo casuale e senza rispettare l'esito e la graduatoria del test, un numero ristretto di bambini e informò gli insegnanti che si trattava di alunni molto intelligenti.


Rosenthal, dopo un anno, ripassò nella scuola, e verificò che i suoi selezionati, seppur scelti casualmente, avevano confermato in pieno le sue previsioni migliorando notevolmente il proprio rendimento scolastico fino a divenire i migliori della classe. Questo effetto, in questo caso benefico, si avverò grazie all'influenza positiva degli insegnanti che riuscirono a stimolare negli alunni segnalati da Rosenthal una viva passione e un forte interesse per gli studi. Rosso Malpelo, protagonista dell'omonima novella di Giovanni Verga, è un esempio di Effetto Pigmalione.


In effetti, i bimbi che, dai docenti erano reputati (senza fondamento) maggiormente capaci degli altri, e da cui quindi i maestri si aspettavano uno sviluppo intellettuale maggiore, avevano un rendimento più alto. Con questo esperimento, Rosenthal volle testare l’ipotesi che in una classe le aspettative del docente sono molto influenti. Ciò che si realizza in tal senso è dunque una profezia che si auto-avvera, secondo cui la predizione di una persona, per esempio sul comportamento di un’altra, si realizzerà.


Ma vediamo concretamente come si configura questo fenomeno psicologico: si tratta di una forma di suggestione per cui le persone tendono ad adeguarsi e a conformare i loro comportamenti all’immagine che altri individui hanno di loro. Questo succede sia che essa sia un’immagine positiva sia che sia negativa.


Cosa vuol dire concretamente l’Effetto Pigmalione nella quotidianità scolastica? Se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato rispetto agli altri, lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso rispetto al gruppo classe; il bambino interiorizzerà il giudizio ricevuto e si comporterà di conseguenza. Viene a instaurarsi così un circolo vizioso per cui il bambino si conformerà all’idea di sè che gli viene rimandata e tenderà a divenire esattamente come l’insegnante lo aveva immaginato ed “etichettato”. Maria Montessori era solita dire che un insegnante non doveva nemmeno permettersi di pensare che uno studente fosse poco bravo poiché quel pensiero negativo avrebbe in effetti condizionato le performance dello studente stesso!


L'Effetto Pigmalione può manifestarsi non solamente nell'ambito scolastico, ma anche in altri contesti, come in quello lavorativo nel rapporto fra capi e dipendenti oppure in quello familiare nelle relazioni fra genitori e figli e in tutti quei contesti dove si sviluppino rapporti sociali. Quindi le aspettative possono condizionare la qualità delle relazioni interpersonali e il rendimento dei soggetti.

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