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Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

LA GENERAZIONE Z SI RACCONTA ATTRAVERSO LE OPERE DELLA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM DI VENEZIA

Hanno tra i 17 e i 24 anni, amano la musica, la fotografia, la letteratura, l’arte in ogni sua forma e osservano il mondo con occhi curiosi, veloci, indagatori e vogliono dire la loro. Gli under 25 raccontano l’arte come piace a loro, attraverso quattro capolavori della Collezione Peggy Guggenheim e grazie a quattro ospiti, artisti scelti dai ragazzi stessi. E’ nato così “Gen Z Art Storiez”, un progetto del museo veneziano sostenuto da Lavazza (già molto attiva con il canale Youtube Basement Cafe di cui abbiamo parlato lo scorso 13 aprile) che si traduce in quattro video che dal 24 novembre porteranno sui canali social della Collezione uno sguardo diverso: racconteranno infatti, attualizzandoli e interpretandoli, i temi di altrettanti capolavori del museo: Paesaggio con macchie rosse n.2 di Vasily Kandinsky, L’impero della luce di René Magritte, La pastorella delle sfingi di Leonor Fini, e Dinamismo di un cavallo in corsa + case di Umberto Boccioni.


Un megafono artistico e un’attenzione alla cultura e alle nuove espressioni artistiche che pone al centro la visione contemporanea della generazione Z. Un progetto importante, che ha come ambizione principale quella di aiutare a comprendere come l’attualità delle opere d’arte stia principalmente nello sguardo di chi le osserva, e in una rinnovata interpretazione.

Il progetto si inserisce nell’ottica di un dialogo con i giovani della Generazione Z, a cui il museo da tempo guarda con particolare attenzione ed è stato fortemente voluto dalla direttrice della Collezione Guggenheim, Karol Vail.

I ragazzi sono stati chiamati a raccontare i propri valori e convinzioni artistiche attraverso un dialogo con la Collezione Peggy Guggenheim suggerendo quattro personaggi della cultura italiana. Gli ospiti che i ragazzi hanno scelto, per accompagnarli in questo racconto visivo, sono stati il musicista Lorenzo Senni, i fotografi Pietro Percoco e Matteo Marchi e la scrittrice Carlotta Vagnoli.


La contemplazione dell’arte dunque come mezzo divulgativo in un rapporto costruttivo tra giovanissimi studenti e artisti e intellettuali alla ricerca di una nuova dimensione collaborativa, fissando la propria attenzione su quattro opere, tra le centinaia del museo, raccontando questi lavori molto famosi, su cui hanno scritto molti studiosi e critici, ma questa volta sono stati osservati da un occhio davvero molto giovane.


Con la stessa curiosità e attenzione la Collezione Guggenheim continua a dialogare con coloro i quali saranno il pubblico di domani, ma già chiamati oggi a essere attori protagonisti nel museo di Palazzo Venier dei Leoni.


“Gen Z Art Storiez” nasce con l’obiettivo di co-progettare insieme a un team di ragazzi una serie di video che, attraverso alcune opere, facciano emergere temi in linea con i loro interessi, legati all’attualità, e a cui questo gruppo dà voce per far arrivare il messaggio con spontanea autenticità sia ai coetanei che al pubblico tutto.

Lo scorso anno, durante il lockdown, il museo ha cominciato a riflettere su alcune attività destinate ai ragazzi tra i 17 e i 24 anni, con il desiderio di realizzare programmi pensati per e da loro che prevedessero anche la progettazione partecipata

Il progetto prevede, fin dalle fasi iniziali della sua ideazione, la partecipazione attiva dei ragazzi con i quali si è avviato un dialogo reale e diretto che ha portato a creare insieme dei contenuti a loro destinati. Il desiderio è di stabilire una conversazione con i giovani per realizzare iniziative e progettualità che ne interpretino la freschezza, ma che, con i loro interrogativi e riflessioni, possano anche raccontare l’arte come piace a loro.

Davanti al paesaggio astratto di Kandinsky, verrà affrontato il tema dell’influenza reciproca tra discipline artistiche, e nello specifico il rapporto che lega arte e musica, fondamentale tanto per l’artista russo, autore de “Lo spirituale nell’arte”, quanto per il musicista che afferma come l’arte visiva abbia sempre influenzato la sua musica.


La relazione tra sogno e realtà, sorpresa e incanto, è invece centrale nel dialogo dei ragazzi con Piero Percoco, davanti al capolavoro surrealista di Magritte L’impero della luce. La dimensione onirica e surreale, centrale nell’opera dell’artista belga, è altrettanto presente nell’immaginario visivo del fotografo, i cui scatti sono arrivati sulle pagine del New Yorker, e, in generale, fonte d’ispirazione per andare oltre la realtà del mondo visibile.

Due temi attuali e urgenti del vivere contemporaneo quale la parità di genere e l’emancipazione del ruolo della donna oltre gli stereotipi di genere, emergono dal dialogo tra i giovani, e Carlotta Vagnoli, davanti all’enigmatica figura femminile, protagonista del dipinto della Fini La pastorella delle sfingi, un’opera, come la definisce la scrittrice e divulgatrice fiorentina che utilizza le piattaforme social per trattare temi a lei cari, potente e molto contemporanea, in grado di parlare alle donne di oggi.


Infine, al centro dell’opera di Boccioni, Dinamismo di un cavallo in corsa + case, emblema dell’avanguardia futurista, c’è la velocità e il movimento sui quali si confrontano i giovani protagonisti e Matteo Marchi, fotografo sportivo per anni sul parquet delle grandi sfide dell’NBA, che focalizza i suoi scatti proprio su quella dinamicità per lui sinonimo di libertà.


Il dialogo e lo scambio attivo tra la Collezione Peggy Guggenheim e questo consolidato team di giovani proseguirà anche nel corso del 2022, con nuovi progetti, ideati con e per loro, legati alle tante attività in programma, quali la mostra temporanea Surrealismo e magia. La modernità incantata, che aprirà al pubblico il 9 aprile 2022, e i Public Programs ad essa correlati.


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