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  • Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

IL GERGO DELLA GENERAZIONE Z, PASOLINI E I SUOI “RAGAZZI DI VITA”


Cos’è il gergo? Ė un linguaggio utilizzato da un gruppo di persone che non vuole farsi capire all'esterno della propria cerchia sociale.

Un termine, un'espressione, un modo di dire assumono significati imprevedibili nel gruppo poiché rappresentano una situazione alla quale tutti i componenti partecipano. Oltre alla volontà di occultare, si accompagna quasi sempre la volontà di stupire i compagni o gli amici. Le forme gergali si servono spesso del prestito linguistico e attingono vocaboli da lingue straniere, dialetti, linguaggi tecnici. Nel gergo dei giovani ricorrono spessissimo anglicismi​​.


Il gergo e il dialetto romanesco usati da Pasolini nelle sue opere "Ragazzi di vita" e “Una vita violenta” rappresentano una caratteristica letteraria singolare perché l'ambientazione di queste opere (la periferia romana degli anni ‘50) e la lingua usata (il dialetto romanesco e il gergo della malavita) sono i protagonisti dei romanzi che diventano subito un enorme successo ma, allo stesso tempo, sollevano polemiche infinite per oscenità e volgarità.


Nei racconti di Pasolini appaiono tre registri stilistici e linguistici: il dialetto/gergo, quando i ragazzi parlano, l’italiano quando lo scrittore diviene io narrante e, infine, una contaminazione dei due linguaggi quando si descrivono gli atteggiamenti e le azioni dei protagonisti. Ecco qui il genio e l'innovazione di Pasolini: i giovani devono esprimersi direttamente e quindi il dialogo è colmo di battute, di botte e risposte, di espressioni immediate e creative. Prendiamo ad esempio il seguente brano:


"Mo se vestimo, s'annamo a ffa na passeggiata, e poi se n'annamo a sbragà dentro ar cinema …". Mentre cantava e chiacchierava, s'era infilato calze e scarpe, e adesso slacciava la cinta che teneva legati i panni. "Te ne vai ar cinema, ma mica dichi de portacce pure l'amichi, ve'?" disse il Begalone. "A scemo," rispose il Caciotta, "tengo in tutto na piotta e mezza …". (R.V, p. 168).


E’ innegabile il risultato ironico e al contempo realistico ottenuto da Pasolini e la contemporaneità della sua intuizione di oltre 60 anni fa che, ritengo, possa essere d’ispirazione per molti testi, atteggiamenti e stili comportamentali per moltissimi giovani d’oggi (seppure inconsapevolmente) e dei loro idoli nel mondo artistico.

In effetti, comprendersi dipende dal linguaggio: più le generazioni sono distanti, più aumenta la difficoltà di capirsi. E’ indubbio che tra la Generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010) e quella dei Boomers (1946 e il 1964) esista un notevole divario comportamentale e comunicativo poiché gli uni e gli altri hanno età, stili di vita, attitudini, interessi e linguaggio diversissimi. Un esempio lampante? Il “Fridays for Future” della scorsa settimana a Milano e le varie conferenze stampa tenutesi!


I Gen Z hanno, come tutte le giovani generazioni, modi di dire propri, mutuati da lingue straniere, che cambiano in brevissimo tempo. Spesso queste espressioni risultano poco comprensibili alle generazioni più adulte e provengono dalla musica, dal web, dai videogiochi e, innanzitutto, dal mondo anglosassone in generale. Molte espressioni e parole sono inglesi, abbreviate e tradotte e poi utilizzate in contesti differenti dagli originali, creando un effetto dirompente! Ecco qui un elenco in ordine alfabetico per cercare di comprendere il linguaggio dei GenZ!


Bae – abbreviazione di before anyone else, “prima di chiunque altro”, qualcuno a cui ci si sente particolarmente legati.

Bando – dall’inglese abandoned, abbandonato, da cui luoghi marginali, quartieri periferici e ghetti. Il termine è molto usato nelle canzoni rap come sinonimo di street, vita di strada. in Italia è stata la giovane cantante Anna a divulgarlo con la sua hit omonima.


Bannare – dall’inglese ban (bandire, proibire, interdire). Dal linguaggio della rete. Da qui lo spostamento del termine nella vita reale, dove si può essere “bannati”, o esclusi da un gruppo di amici.


Bibbi – storpiatura dell’inglese bitch, una ragazza di facili costumi. “Bibbi”, coniato dalla romana Dark Polo Gang, fornisce un’accezione più positiva, trasformandolo quasi in un complimento.

Blastare – In inglese to blast significa “far esplodere, distruggere”. Nei videogiochi quando si annienta il nemico. Si usa quando si ha la meglio in una discussione: ti ho “blastato”.


Boomer – tutti i nati durante il boom economico, poco avvezzi alla tecnologia e ai social, ma che cercano di aggiornarsi, comportandosi però spesso in modo ridicolo o impacciato. L’affermazione “Ok boomer” è impiegata dagli Zeta per liquidare i più grandi, magari dopo una ramanzina paternalistica.


Bufu – coniato anch’esso dai trapper della Dark Polo Gang per insultare qualcuno, ma con ironia. Abbreviazione di by us fuck u you, cioè “per quanto ci riguarda puoi andare a quel paese”.


Buggare – il bug è un errore nella scrittura di un programma che porta al malfunzionamento di un software o di dispositivo. “Mi sono buggato” significa che ci si sente rallentati o bloccati nel compiere un’azione.


Crush – il verbo inglese significa “schiacciare”. Il sostantivo invece indica una cotta, un’infatuazione per qualcuno.


Cringe – dall’inglese “strisciare” o “acquattarsi”. Indica una situazione nella quale ci si sente fortemente in imbarazzo a causa di un comportamento inopportuno. È sul web che il “cringe” trova il suo habitat naturale, date le numerose occasioni di sfociare in discussioni ridicole e in post dai quali si vorrebbe scappare via.


Chill – dall’inglese “rinfrescante”. “Essere in chill” significa trovarsi in contesti “rinfrescanti” e quindi “rilassanti”. Un po’ come essere “nel mood”, quando cioè l’atmosfera circostante e il proprio stato d’animo si ritrovano in armonia. È in questo caso che si avvertono le vibes: vibrazioni positive che rendono felici.


Drip - in inglese “gocciolare”, drip, indica il cantante che indossa abiti di marca, alla moda, e gioielleria costosa; usato spesso da Mambolosco.

Eskere – Importato dalla Dark Polo Gang e già frequente nello slang dei rapper americani. Parliamo dell’abbreviazione di “Esketit”: acronimo di let’s get it (facciamolo!) pronunciato come incitamento ad agire.


Fire - “fuoco” è un termine importato dalla cultura anglosassone, ma ampiamente diffuso anche in Italia, soprattutto sui social network dove spesso viene anche sostituito dall’emoji della fiamma. Viene utilizzato come sinonimo di “cool”, “forte”, “bello!”. “Fire” non è altro che la versione moderna di “groovy”, termine utilizzato dai Boomer per indicare una cosa “alla moda”.


Flexare – dall’inglese “flettere” i propri muscoli, sfoggiare il fisico. Molto frequente nel mondo del rap, (Mambolosco): atteggiamento di vantarsi, ostentare in particolare auto e oggetti extra lusso.


GG – “good game”, “ben fatto” usato nei videogiochi, complimentandosi con l’avversario o con il compagno per una bella mossa o un buon risultato.


Hype – “montatura pubblicitaria”: nel marketing, strategia atta a creare grandi aspettative nel pubblico verso un prodotto. Utilizzato in alternativa a “buzz”, brusio di fondo, clamore mediatico.


Normie - una persona conformista, che segue la moda e i trend del momento. Può essere applicato a diversi campi e funzionare sempre: sei normie sia se si parla di musica che di film, oppure di meme.


Shipparerelationship (relazione), desiderio di vedere insieme due persone che potrebbero formare una bella coppia. Se ad esempio nella comitiva si osserva che tra due amici c’è feeling, si può iniziare a “shippare”, a sperare cioè che si fidanzino.


Snitch - spifferare, raccontare alle forze dell’ordine chi ha commesso un determinato reato. Quindi lo snitch è colui fa la spia. L’infame, insomma.


Skippareskip (saltare), “evitare qualcosa”. Dai livelli dei videogiochi, è usato in situazioni che non si vogliono affrontare: un esame o un appuntamento.

Spoilerare – dall’inglese to spoil, guastare, viziare.) anticipare il finale di qualcosa, rovinandoci la sorpresa.


Stalkerizzarestalking è un atteggiamento molesto e persecutorio, si utilizza con ironia per affermare che qualcuno ci sta spiando, magari sui social, facendosi i “fatti nostri”.


Stonks – storpiatura di stocks, che denota le azioni e gli strumenti finanziari scambiati in Borsa. Modificato in “stonks” significa che qualcosa è andato per il verso giusto, portando al successo.


Swag – “refurtiva” o “bottino” e quindi soldi. Soldi che ci consentono un certo stile. Complimento a qualcuno per come si veste. Questo utilizzo lo si deve ai rapper, che spesso mostrano oggetti preziosi e abiti costosi. Loro quindi “flexano il loro swag”: ostentano il loro stile.


Triggerare – “Innesco”. Tra i giovani significa far arrabbiare volontariamente qualcuno, che a sua volta si definirà “triggerato” (infastidito). Simile è “trollare”, ossia intervenire nelle conversazioni con l’intenzione di prendere in giro e provocare l’interlocutore.


Dr. Stefano Anzuinelli

CEO & Founder



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