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  • Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

UCRAINA 2022: LE VOCI DI PROTESTA DEI GIOVANI EUROPEI E GLI ATTI CORAGGIOSI DEI RAGAZZI DI KIEV

Giovedì 24 febbraio alle prime luci dell’alba, dopo aver seguito quasi tutta la notte i notiziari internazionali, ho digitato sul mio cellulare un messaggio a tutti i miei colleghi:


Buongiorno a tutti care colleghe e cari colleghi! Oggi desideriamo dedicare il nostro tempo in classe all'analisi e comprensione delle drammatiche notizie che provengono dall'Ucraina! Usiamo tutti gli strumenti digitali di cui disponiamo in classe per sensibilizzare i nostri ragazzi ai principi di democrazia, legalità e libertà! Alcune città attaccate, come Leopoli, distano solo 200 km dalla Polonia, quindi dall'Europa! Sensibilizziamo con tutti i mezzi i nostri giovani alla consapevolezza dei valori fondanti l'Unione Europea, perché i fantasmi dittatoriali di tutti gli "-ismi" del secolo scorso non possano riaffacciarsi al nostro orizzonte!


Abbiamo quindi dedicato tutta la giornata all’analisi e all’approfondimento delle informazioni che ci arrivavano dal fronte attraverso tutti gli strumenti digitali di cui disponiamo: abbiamo dibattuto, discusso animatamente e ci siamo confrontati, cercando di comprendere i contorni e il perimetro geopolitico di questo dramma. Ci siamo subito resi conto che proteste e manifestazioni erano state organizzate ovunque nel mondo e anche in Russia centinaia di persone sono scese in piazza per protestare contro l’invasione autorizzata da Vladimir Putin. Tantissimi i giovani russi mobilitatisi a Mosca e San Pietroburgo contro la guerra. Secondo l’ong OVD-info, già il 25 febbraio, 1817 sono state le persone arrestate durante le proteste organizzate in 58 città russe.


Abbiamo subito realizzato che per la Generazione Z, la guerra è sempre stata concepita astratta e indeterminata, un fenomeno curioso da studiare sui manuali di scuola. I Millennial, nati negli anni ‘80 hanno ricordi della guerra civile in Jugoslavia; tuttavia, un’invasione militare nei confronti di uno Stato sovrano, indipendente e libero, motivata da ragioni imperialistiche, non accadeva dalla Seconda Guerra Mondiale. I nostri giovani studenti, dopo aver vissuto l’impegnativa prova del COVID per due anni, hanno per la prima volta intravisto negli occhi degli ucraini, la fatica della strenua difesa della libertà; hanno conosciuto il coraggio di un popolo che è disposto a sacrificare la propria vita in nome di principi che in Occidente sembrano ormai scontati da decenni.


Trovo un gruppo di studenti molto turbati, di seconda liceo di 15 e 16 anni nella nostra cafeteria che mi chiede se scoppierà una guerra mondiale e se devono preoccuparsi delle conseguenze di questa tragedia! Lo fanno mentre scorrono le storie di Slava, all’anagrafe Vyacheslav Yermak un rapper molto conosciuto nella nostra città, nato a Kharkiv (una delle città strategiche più colpite), cresciuto e residente a Brescia dall’età di 10 anni che, attraverso i propri profili social (Instagram, Telegram e Twitch) aggiorna e informa grazie ai parenti e amici nelle città colpite attraverso video racconti e testimonianze, oltre a raccogliere fondi per la Croce Rossa ucraina.



Mi parlano di Vitaliy Skakun Volodymyrovych, 24 anni volontario dell’esercito ucraino, che sul ponte sul lago di Henichesk, nell’oblast di Kherson, si è fatto saltare in aria per impedire l’avanzata dei carri armati russi provenienti dalla Crimea. Un giovane del 1998, poco più grande dei miei studenti di quinta e della stessa età dei miei studenti dell’università. Il suo eroico sacrificio, secondo le autorità russe, è stato fondamentale per rallentare i carri armati russi e l'avanzata delle truppe. “Uno dei posti più difficili sulla mappa dell’Ucraina, incrocio con la Crimea, è stato minacciato”, spiega in un post su Facebook la pagina ufficiale delle forze armate ucraine. Da qui la decisione da parte della squadra di Skakun di farlo saltare in aria.



Anche venerdì e sabato non ho potuto fare a meno di osservare la guerra dal punto di vista dei giovani: in piazza del Duomo a Milano osservo la manifestazione pacifica di protesta che si svolge con circa 30.000 partecipanti, rappresentati da molti comitati e sigle soprattutto solidali e partitiche. Il centro strategico della manifestazione parla le lingue dell'Est, ucraino, russo, moldavo, bielorusso, polacco. Le comunità slave marciano con i ragazzi delle scuole, con i milanesi di tutte le età preoccupati per la guerra nel cuore dell'Europa. Tantissimi i giovani in corteo, sia milanesi, sia dei Paesi dell'Est. Sfilano con i cartelli fatti a mano, le scritte in inglese: “Russia stands with Ukraine”, “People of Belarus are with Ukraine". A reggere la bandiera gialloblu formato lenzuolo, ci sono anche alcune modelle e due ventenni, bionde, fashion blogger, arrivate per la settimana della moda da Kiev e non sanno quando riusciranno a tornare.



Se desideriamo farci un’idea accurata del punto di vista dei giovani e giovanissimi su questa sciagura, leggiamo l’articolo del direttore del quotidiano “Avvenire” Marco Tarquinio che non scrive nulla di suo pugno sull’argomento, ma lascia la parola e la penna ad alcuni studenti di scuola media e così ci consiglia: “...spero anche che gli adulti che parlano spesso con grave leggerezza e per categorie assolute dei fatti di Ucraina, delle scelte di Putin e delle mosse di Biden si facciano toccare da queste giovani voci e vedano coi loro occhi sinceri, ma anche acuti. E chissà che i potenti del mondo non raccolgano un’eco di questi pensieri di timore e di speranza.”



Buona lettura e buona settimana a tutti, nonostante tutto!


Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™

Founder & CEO

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