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Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

Come l’Intelligenza Artificiale può influenzare l’Intelligenza Umana

Abbiamo parlato la scorsa settimana di come l'integrazione dei programmi di intelligenza artificiale nelle scuole offra l'opportunità di preparare la Generazione Z per il mondo del lavoro ormai in evoluzione costante. Ci siamo concentrati nello specifico sull’uso delle AI e ora vorrei spostare l’attenzione sulle relazioni: l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel contesto educativo e lavorativo, infatti, non si limita a trasformare le competenze digitali, ma offre una straordinaria opportunità per valorizzare e potenziare quelle umane. Le capacità relazionali e il benessere emotivo, fondamentali per la crescita personale e professionale dei giovani, sono destinate a essere amplificate piuttosto che sostituite dalla tecnologia.

Nel mercato del lavoro, la differenza tra successo e insuccesso spesso risiede in competenze come:

  • Empatia: la capacità di comprendere le emozioni degli altri e agire di conseguenza;

  • Creatività: andare oltre le risposte predefinite per trovare soluzioni originali;

  • Leadership affettiva: coinvolgere e motivare attraverso l’ascolto attivo e il supporto reciproco.


L’AI può supportare queste abilità, ma non replicarle. La capacità di stabilire un rapporto autentico e fidato, per esempio, è una prerogativa unica dell’essere umano e resta essenziale nelle dinamiche tra colleghi e con i clienti. Per gli adolescenti, che sono nati immersi in relazioni digitali, l’AI può agire come catalizzatore per nuove forme di interazione empatica, ma il valore del contatto umano diretto rimane centrale.


Inoltre, i sistemi di intelligenza artificiale svolgono un ruolo chiave nel preparare i giovani al mondo del lavoro, non solo perché migliorano i processi educativi, ma anche perché favoriscono il dialogo, intergenerazionale e tra coetanei. Anche semplicemente facendo guadagnare il tempo alle persone di lavorare sulla costruzione di un rapporto di fiducia. Strumenti come le piattaforme di apprendimento adattivo possono offrire feedback tempestivi, lasciando agli insegnanti più tempo per costruire relazioni di qualità con gli studenti, per guidarli nello sviluppare skills non solo didattiche, ma anche emotive. Identificare e gestire i propri sentimenti è un passo cruciale per relazioni interpersonali più efficaci e se questi “poteri” vengono allenati già durante l’adolescenza nel mondo del lavoro si presenteranno adulti consapevoli, empatici e pronti a un sano confronto che non sfoci necessariamente in un conflitto. 


Le aziende stanno abbracciando un modello più inclusivo, in cui l’AI non sostituisce i lavoratori, ma li libera da attività ripetitive, lasciando spazio a una maggior collaborazione tra le generazioni: l’esperienza dei senior unita all’agilità digitale dei junior crea gruppi più dinamici. Questa collaborazione porta alla condivisione del sapere perché grazie a strumenti di knowledge sharing basati sull’AI, i giovani possono imparare dai senior con strumenti che padroneggiano già alla perfezione, rafforzando la cultura aziendale e colmando quel gap tra le generazioni che ha spesso reso difficile un dialogo costruttivo.

E poi il work-life balance, fondamentale per creare un ambiente sano: il lavoro ibrido, supportato da tecnologie avanzate, facilita un equilibrio tra vita privata e professionale, contribuendo a relazioni più serene.

La transizione dalla scuola al mondo del lavoro è spesso complessa, con i giovani che si trovano a colmare quel divario tra la teoria accademica e la realtà professionale. La scuola può fare molto sia per ridurre questo divario che per far capire ai ragazzi che la tecnologia è essenziale, come mezzo per diventare essere umani più “avanzati”: 

  • Introducendo percorsi di orientamento personalizzati e strumenti AI per individuare inclinazioni professionali;

  • Fornendo esempi pratici di come la tecnologia può migliorare, non sostituire, le relazioni umane;

  • Insegnando la collaborazione empatica attraverso progetti di gruppo supportati da piattaforme tecnologiche.


L’AI è stata una rivoluzione, e uso volutamente il passato perché il cambiamento non sta avvenendo, è già avvenuto. Tocca a noi abbracciarlo, sfruttandolo a nostro vantaggio, o combatterlo fino a che non saremo, inevitabilmente, battuti. Ovviamente è la prima soluzione quella che porterà i benefici maggiori, basta non dimenticare che il cuore pulsante delle organizzazioni resta umano. Per i giovani, imparare a utilizzare l’AI come strumento per potenziare le proprie capacità relazionali è essenziale, ma è l’equilibrio tra innovazione tecnologica e umanità la chiave per un futuro in cui competenze tecniche e soft skill si intrecceranno, generando valore per il mercato del lavoro e la società nel suo complesso.


Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™            

Founder & CEO

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